28 Gennaio 2014
VERTENZA COALAC, COLDIRETTI: MANCATO AUMENTO PREZZO DEL LATTE COSTA 1 MLN AD ALLEVATORI

Se Cooperlat non adeguerà il prezzo del latte a 44,5 centesimi gli allevatori marchigiani ci rimetteranno un milione di euro. A lanciare l’allarme è la Coldiretti Marche in vista del prossimo Consiglio di Amministrazione della realtà cooperativa convocato per giovedì 30 gennaio. Una richiesta sostenuta dalle cooperative socie di Cooperlat aderenti a Ue.Coop che operano sul territorio. Complessivamente, le coop marchigiane conferiscono all’azienda circa trenta milioni di litri di latte all’anno, oggi pagati 41,5 centesimi, a fronte di un prezzo di riferimento nazionale che è stato fissato in 44,5 centesimi, peraltro da una multinazionale straniera. “E’ paradossale che oggi essere una cooperativa che conferisce il proprio latte a Cooperlat costituisca uno svantaggio rispetto a un allevatore italiano che mette il suo prodotto sul libero mercato o, addirittura, a una stalla tedesca, che si vede corrispondere 48 centesimi al litro – denuncia Giannalberto Luzi, presidente di Coldiretti Marche -. La prova evidente del fallimento di un modello di cooperazione che non dà più risposte ai propri soci e che addirittura li penalizza rispetto agli altri”. Coldiretti torna a chiedere alla Regione Marche la convocazione immediata di un tavolo tecnico con il coinvolgimento di tutte le parti interessate alla vertenza sulla chiusura della produzione nello stabilimento Coalac di Ascoli Piceno. Una scelta assunta nonostante la totale mancanza di un piano industriale e a danno degli allevatori piceni e abruzzesi che conferiscono il proprio latte nella struttura, oltre che dei lavoratori. L’ennesima beffa per le cooperative di quel territorio, già inspiegabilmente escluse dalla possibilità di sedere nel CdA di Cooperlat, nonostante un esplicito richiamo da parte del Ministero delle Politiche agricole. Coldiretti Marche sollecita inoltre la Regione ad essere coerente con quanto ha chiesto a Cooperlat sul fronte della trasparenza. “E’ necessario – conclude Luzi - che i consumatori conoscano l’origine del latte utilizzato per fare il latte a lunga conservazione e i formaggi che giungono sulle tavole dei marchigiani. La trasparenza è un dovere verso i cittadini, perché non garantirla?”.

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