21 Gennaio 2014
PROSCIUTTO RUMENO ALL’OSPEDALE DI PESARO: COLDIRETTI, PROMUOVERE APPALTI VERDI IN MENSE PUBBLICHE

Il caso del prosciutto rumeno servito ai pazienti dell’ospedale di Pesaro dimostra la necessità di accelerare sulla promozione dei cosiddetti appalti verdi nelle mense, favorendo il consumo di prodotti agricoli del territorio che garantiscono anche migliore freschezza e qualità e tutelano l’ambiente. A sottolinearlo è la Coldiretti in merito al processo a carico di una ditta jesina, finita nel mirino dei Nas di Ancona con l'accusa di aver servito ai degenti del nosocomio pesarese prodotto proveniente dalla Romania, mentre sul capitolato d’appalto era prevista la fornitura di prosciutto di Parma Dop. “Sono quasi cinque anni che esiste una legge regionale, la 16 del 2009, per l’utilizzo dei prodotti locali nelle mense - ricorda il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi -, che concede contributi ai soggetti pubblici che garantiscono, nei servizi di ristorazione collettiva, l’utilizzo dei prodotti agricoli regionali in misura non inferiore al 50 per cento e prevede forme di premialità nel caso di uso di prodotti agricoli regionali nei bandi di gara relativi agli appalti. E’ giunto il tempo di applicarla”. Se la ricostruzione dei carabinieri del Nas dovesse essere confermata, nel caso della ditta jesina si tratterebbe di frode, ma il rischio di ritrovarsi nel piatto prosciutto rumeno o olandese riguarda in realtà oggi tutti i cittadini, poiché è sempre più facile acquistare sul mercato prodotti contrassegnati dal tricolore, con nomi accattivanti come prosciutto nostrano o di montagna, che in realtà non hanno nulla a che fare con la realtà produttiva nazionale. E tutto in maniera perfettamente legale. Secondo un’analisi Coldiretti due prosciutti su tre vengono dall’estero all’insaputa dei consumatori e a danno dei nostri allevatori. “Un grave inganno per le aziende impegnate a rispettare rigidi disciplinari di produzione per realizzare carne di altissima qualità – conclude il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi - che non ha nulla a che fare con quella importata dove per l’alimentazione dei maiali si usano spesso sottoprodotti”.

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