22 Maggio 2021
Gli agricoltori maceratesi a confronto con Carloni: due ore di dibattito su fondi, selvatici e turismo

La provincia di Macerata è una delle più rurali della regione e, per alcune colture, rappresenta addirittura eccellenze nazionali come nel girasole e nel grano duro. Queste le premesse dell’incontro tra gli agricoltori di Coldiretti Macerata e l’assessore all’Agricoltura Mirco Carloni che si è tenuto ieri nella sede maceratese del Consorzio di Bonifica. Un confronto che ha toccato vari temi, a partire da quelli legati alle nuove generazioni che si affacciano all’agricoltura. Soprattutto in vista della nuova Pac e dei fondi del Next Generation Ue. “Ci sono davvero tante risorse che dobbiamo utilizzare bene aprendo un confronto con i tanti giovani che hanno voglia di creare qualcosa di nuovo e investire nel territorio. I giovani vanno ascoltati” ha sottolineato Alba Alessandri, delegata regionale di Coldiretti Giovani Impresa. Non solo giovani ma anche problematiche legate alla gestione della fauna selvatica e alla troppa burocrazia da snellire nel Psr tra i vari interventi. Nel Maceratese sono attive quasi 7200 aziende che danno lavoro a 5600 addetti. Tanta zootecnia. “Una provincia che per metà è entroterra – ha spiegato il presidente di Coldiretti Macerata, Francesco Fucili - e gli oltre 6000 allevamenti rappresentano un primato regionale che vanta grande attenzione per temi come il benessere animale e la sostenibilità delle produzioni”. Forte la presenza anche delle realtà biologiche con circa 900 aziende che lavorano 33mila ettari di coltivazioni, arricchite da 34 agriturismi biologici (sui 263 presenti). “Strutture – ha evidenziato Giuliana Giacinti, presidente di Terranostra, l’associazione che riunisce gli agriturismi legati a Coldiretti – hanno bisogno di programmare, visto che già adesso un turista su cinque si sta orientando verso la campagna dove si sente sicuro e dove c’è vero distanziamento naturale. Bene si sta facendo su green pass e coprifuoco”. Due ore di confronto serrato al termine del quale gli agricoltori hanno apprezzato la possibilità di dialogo e di confronto con la politica regionale.

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