9 Novembre 2012
FESTA DEL CIBO E DELL’ACCOGLIENZA: COLDIRETTI PESARO, CON LA CRISI CITTADINI TORNANO AI FORNELLI PER UN’ORA AL GIORNO

La festa del cibo e dell’accoglienza in famiglia evidenzia una tendenza che, complice anche la crisi, sta vedendo i cittadini tornare ai fornelli, tanto da passare un’ora al giorno in cucina. Ad affermarlo è la Coldiretti Pesaro, sulla base di un’indagine Censis-Coldiretti, in occasione della manifestazione “Un paese e cento storie” che si chiuderà domenica, 11 novembre, a Belvedere Fogliense, ideata da Cristina Ortolani. Nell’ultimo anno ogni italiano ha dedicato alla preparazione dei pasti un tempo pari a 11 giorni, che significa oltre sette ore alla settimana. Il cambiamento si è fatto sentire nella spesa alimentare dove in controtendenza rispetto all’andamento generale, in calo del 3 per cento per gli alimentari in quantità, aumentano gli acquisti di prodotti di base e a km zero. Proprio i prodotti locali saranno protagonisti della degustazione promossa da Coldiretti e Bottega Campagna Amica Pesaro domenica 11 in piazza. Alle ore 18.30 protagonista sarà, invece, l’agriturismo Rio Salso di Tavullia che nel centro del paese porterà i cuccioli per mostrare come funziona l’Agrinido appena aperto, dando la possibilità a genitori e bambini di sperimentare le attività della campagna. Coinvolto nelle iniziative anche l’agriturismo Locanda Montelippo di Colbordolo. “La crisi ci ha fatto riflettere sulla necessità di investire su alcuni valori, che sono anche essi durevoli, continuativi, che non conoscono erosione: la socialità, l’amicizia, la famiglia, lo stare bene assieme, la spiritualità nelle sue varie espressioni culturali e religiose, la solidarietà – spiegano Giannalberto Luzi e Tommaso Di Sante, presidenti regionale e provinciale della Coldiretti -. Nella prossimità, che è elemento fondante della comunità, c’è l’essenza, il concetto base del modello di sviluppo verso cui dobbiamo tendere; c’è la chiave, per potersi integrare nel mare della globalizzazione senza smarrirsi, conservando la solidità e la coerenza dei nostri modelli identitari e valoriali”.

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