Con il boom del turismo verde che a livello nazionale ha oltrepassato quota 100 milioni di presenze, i parchi delle Marche rappresentano oggi un motore di sviluppo per il territorio e il previsto taglio del 40 per cento delle risorse per gli investimenti delle aree protette rischia di bruciare un’occasione di rilancio della nostra economia. A denunciarlo sono la Coldiretti Ancona e Terranostra, associazione agrituristica e ambientalista, preoccupate del rischio che la drastica decurtazione dei fondi finisca per far chiudere i battenti ai Parchi marchigiani, trasformando comprensibili esigenze di razionalizzazione in una vera e propria mannaia sotto la quale cadranno anche le tante esperienze positive avviate di recente. Una scelta miope che priverebbe l’economia regionale di segmenti fondamentali poiché oggi le aree protette promuovono esperienze di green economy, capaci di fare sinergia con l’intero tessuto produttivo. “Un esempio è il Parco del Conero che è riuscito in questi ultimi anni a portare gli agricoltori dell’Area Protetta a partecipare ai bandi del Psr (Piano di Sviluppo Rurale) per i finanziamenti alle filiere agroalimentari – sottolinea Federico Clementi, presidente di Terranostra Ancona -. Così è nata “Terre del Conero” una filiera agroalimentare di qualità certificata biologica o a marchio Qualità garantita dalle Marche (Qm) che riunisce 60 aziende agricole e coinvolge anche operatori turistici e commerciali, ristoratori, trasformatori alimentari ed enti locali. Una rete virtuosa che, oltre a garantire la qualità dei prodotti e la loro provenienza locale e rafforzare il sistema di relazioni tra produttori e consumatori, assicura alle aziende agricole un’equa remunerazione del proprio lavoro e ne favorisce la permanenza sul territorio, contribuendo inoltre a promuovere un sistema di produzione biologica e a basso impatto ambientale così da poter conservare la biodiversità e un’economia ecosostenibile”.