15 Aprile 2011
COLDIRETTI: SALUMI E BISTECCHE MARCHIGIANI A RISCHIO SCOMPARSA CON BOOM DEI COSTI, INCONTRO IN REGIONE

Salumi e bistecche a rischio scomparsa nelle Marche. L'allarme viene dalla Coldiretti che oggi ha incontrato in Regione, ad Ancona, l’assessore all’Agricoltura Paolo Petrini per denunciare la crisi che sta colpendo gli allevamenti, mettendo in pericolo la sopravvivenza delle circa undicimila aziende oggi attive, un quarto di quelle presenti sul territorio dieci anni fa. Come sottolineato dal presidente Giannalberto Luzi e dal direttore Angelo Corsetti, il rincaro dei mangimi del 19 per cento e, più in generale, dei costi produttivi, abbinato alla concorrenza sleale della carne importata dall’estero e spacciata come nostrana, sta portando gli allevatori a produrre in perdita. Esemplare il caso della filiera del maiale. La carne viene pagata oggi una media di 1,25 euro al chilo, mentre il costo per produrla a carico dell’azienda si aggira oggi sull’1,55 euro al chilo. Al consumo la braciola viene poi pagata dai cittadini 8,50 euro al chilo, mentre il prosciutto crudo di marca va oltre i 25 euro. Sostanzialmente simile la situazione per il comparto del latte. “Nel caso dei suini non esiste di fatto una filiera per la promozione e valorizzazione del prodotto made in Marche e i problemi che stiamo vivendo sono figli anche di questa situazione, oltre che della mancanza di un’etichettatura obbligatoria dell’origine che ci tuteli dai ‘falsi’ – spiega il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi -. Per il latte, poi, scontiamo il fatto che il sistema cooperativo marchigiano non valorizza affatto il prodotto regionale”. Ma anche un settore di punta come quello della carne bovina di razza Marchigiana sta entrando in sofferenza. “Anche qui i costi sono aumentati del 30 per cento – rileva Luzi – mentre i prezzi pagati agli allevatori sono rimasti quelli di cinque anni fa. E non dimentichiamo le altre difficoltà che stanno vivendo le imprese, dagli attacchi degli animali selvatici alle carenze infrastrutturali, specie nelle zone montane”. “Non a caso è stata avviata una vertenza a livello nazionale per tutelare il settore – rileva Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Marche – e cercare di trovare una soluzione ai problemi causati anche dagli effetti insostenibili della direttiva nitrati, dai tagli all’assistenza tecnica degli allevamenti per la riduzione dei trasferimenti pubblici alle associazioni allevatori e dal furto di valore e immagine che subiscono i nostri produttori”. Secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat nelle Marche, il settore zootecnico vale 390 milioni di euro (un terzo del totale agricolo), di cui 267 milioni di carne, 43 milioni di uova e 27 milioni di latte. Tra le produzioni principali, i capi bovini sono 78mila, quelli suini 164mila, mentre gli ovini ammontano a 188mila. La produzione di latte ammonta a circa 460mila quintali. 

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