20 Luglio 2016
COLDIRETTI PESARO URBINO, ESTENDERE CONTROLLI ANCHE A RISTORAZIONE, DA OLIERE VIETATE A MENU TIPICI FASULLI

Per tutelare i cittadini e i turisti occorre estendere i controlli anche alla ristorazione, dal rispetto della legge che vieta l’uso delle oliere ai menu tipici fasulli. A chiederlo è la Coldiretti Pesaro Urbino che esprime soddisfazione per l’operato del Corpo Forestale dello Stato contro il fenomeno dei falsi agriturismi. “Un problema che vede come prime vittime proprio gli agriturismi veri – ricorda il presidente di Coldiretti Pesaro Urbino, Tommaso Di Sante – e non a caso abbiamo promosso il progetto Campagna Amica proprio per assicurare una vacanza cento per cento agricola e di qualità”. Ma per tutelare appieno l’immagine del territorio provinciale e delle sue tipicità occorre che la medesima attenzione venga rivolta al settore della ristorazione, dove sono diversi gli aspetti che andrebbero monitorati. Il primo è il rispetto della legge che vieta l’uso delle oliere e impone bottiglie dotate di tappo anti-rabboco, per evitare che il contenuto sia differente da quello vantato in etichetta e che si spacci per extravergine marchigiano un prodotto a basso costo magari proveniente dall’estero. Ma andrebbe verificata anche la provenienza dei prodotti usati nei menu tipici, a partire dalla carne, considerato che il territorio vanta un’eccellenza come la razza bovina marchigiana, senza dimenticare la necessità di mettere in trasparenza il commercio di un altro tipo di carne, quella di cinghiale, confrontando i dati sulle macellazioni con le quantità di prodotto servito nella ristorazione locale. “Occorrerebbe poi alzare il velo anche su pratiche che non sono ancora purtroppo oggetto di provvedimenti legislativi – aggiunge il direttore della Coldiretti Pesaro Urbino, Paolo De Cesare – e penso, in particolare, alla provenienza del pesce servito nei ristoranti, sul quale non vige purtroppo l’obbligo dell’origine, con il conseguente rischio di ritrovarsi nel piatto prodotto straniero e pure congelato, visto anche l’imminente periodo di fermo biologico”. Il tutto con l’obiettivo di evitare che l’immagine del settore enogastronomico provinciale possa essere rovinata soprattutto agli occhi dei turisti da comportamenti, illegali e non, che sviliscono il nostro territorio.

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