Contro il far west che si vive oggi nelle campagne pesaresi serve un piano straordinario di abbattimenti ma anche un’azione efficace da parte della Provincia per convincere i suoi rappresentanti negli Ambiti territoriali di caccia a sbloccare i fondi che da due mesi giacciono inspiegabilmente sui loro conti correnti. Sono le richieste avanzate dalla Coldiretti Pesaro Urbino nel corso del vertice in Prefettura a Pesaro, dove il presidente Tommaso Di Sante e il direttore Paolo De Cesare hanno portato una ventina di agricoltori danneggiati, che hanno raccontato la situazione che vivono, tra colture distrutte da cinghiali, storni e caprioli, oltre a pecore e vitelli sbranati dai lupi. “Si parla tanto dell’importanza di rivitalizzare le zone dell’interno e garantire la presenza delle attività economiche ma la verità è che in questa provincia si sta facendo di tutto per costringere le imprese ad abbandonare – ha denunciato Di Sante nel corso dell’incontro in Prefettura –. Il problema è ormai insostenibile con le aziende che chiudono i battenti, senza dimenticare gli incidenti stradali e il problema della carne in nero, che circola senza alcun controllo igienico sanitario. Serve ridurre il numero degli animali selvatici rispetto a una situazione che ha trasformato le nostre campagne in allevamenti a cielo aperto”. Ma la Coldiretti punta il dito anche contro gli Ambiti territoriali di caccia che da due mesi hanno in cassa i soldi per pagare i danni 2014, circa 240mila euro, ma si ostinano a non volerli erogare agli agricoltori. “Un fatto vergognoso – accusa Paolo De Cesare, direttore provinciale della Coldiretti -. Non solo viene pagato solo il 40 per cento dei danni causati alle aziende ma si permette agli Atc di trattenere i soldi in cassa senza alcuna motivazione. Un atteggiamento sul quale ha responsabilità evidenti anche la Provincia di Pesaro Urbino, visto che i due presidenti sono stati entrambi incaricati dall’ente”. E intanto nelle campagne si verificano anche strane situazioni, come quella dell’agricoltore di Fossombrone cui è stato impedito di far intervenire cacciatori autorizzati nella sua azienda per abbattere i cinghiali perché la cosa non andava bene alle squadre di “doppiette” che gestiscono la zona.
19 Maggio 2017
COLDIRETTI PESARO URBINO, CONTRO FAR WEST SELVATICI SERVE PIANO STRAORDINARIO ABBATTIMENTI