17 Settembre 2015
COLDIRETTI PESARO, UN PATTO CON L’UNIVERSITA’ DI URBINO PER DARE OPPORTUNITA’ ECONOMICHE ALLE IMPRESE CON LA DIETA MEDITERRANEA

Avviare la coltivazione di prodotti utili per prevenire le malattie già a tavola, con una particolare attenzione per quelli della dieta mediterranea come i cereali e la frutta e la verdura. E’ l’iniziativa presentata da Coldiretti Pesaro e Università degli studi di Urbino “Carlo Bo” con l’obiettivo di saldare il legame tra ricerca e mondo agricolo ma anche per creare nuove opportunità economiche ed occupazionali per le imprese agricole del territorio provinciale. I prodotti della dieta mediterranea Made in Italy valgono 200 miliardi, quelli che gli italiani e gli stranieri hanno speso per acquistare pasta, olio, vino conserve di pomodoro e frutta e verdura tricolori in un anno nel mondo, spinti anche dalle importanti conferme scientifiche che vengono sulle sue proprietà benefiche. “Non a caso la Dieta Mediterranea è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco ed è alla base del record di longevità dei marchigiani – ha ricordato Paolo De Cesare, direttore di Coldiretti Pesaro Urbino – ed è dunque naturale promuovere strategie che vadano verso una sua valorizzazione, non solo dal punto di vista della salute ma anche da quello economico, coinvolgendo le aziende agricole”. A dare il loro contributo sono stati alcuni  professori dei principali Atenei italiani, da Lorenzo Maria Donini (Università La Sapienza, Roma) a Silvana Hrelia (Alma Mater Studiorum, Bologna), da Paolino Ninfali (Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”) a  Gervasio Antonelli (Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”). Il professor Ninfali, in particolare ha posto le necessità di favorire “un ritorno al consumo delle farine integrali nei prodotti da forno e nei pastifici per invertire la tendenza alla obesità e alle malattie metaboliche che stanno aggredendo le società dei paesi industrializzati. Inoltre si propone di favorire il consumo di certi vegetali del nostro territorio che hanno rilevanti proprietà salutistiche”. Il tutto, ha concluso, è finalizzato alla valorizzazione delle capacità produttive dell’agroalimentare locale.

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