15 Novembre 2010
COLDIRETTI PESARO, BRANCO DI LUPI ATTACCA A POCHI KM DALLA COSTA

Stavolta i lupi hanno attaccato a pochi chilometri dalla costa. Un branco è entrato la notte scorsa in un allevamento di Mombaroccio, sulle colline pesaresi, con un bilancio provvisorio di tre pecore sbranate, altre sette mancanti, oltre al cane, e diverse ferite. A darne notizia è la Coldiretti Pesaro Urbino dopo la denuncia dell’allevatore, Mariano Delà, che questa mattina ha trovato il recinto danneggiato e gli animali uccisi. “Stiamo ancora perlustrando la zona assieme al veterinario ma è chiaro che questo non è un attacco di uno o due lupi, ma di un intero branco, e la cosa che più ci spaventa è che tutto sia avvenuto a venti metri dalla casa dove abitiamo – spiega l’imprenditore agricolo che produce formaggio utilizzando il latte prodotto in azienda, in località Petricci -. Già a settembre avevamo avuto una vera e propria mattanza, con venticinque animali uccisi, tra cui un montone. Ciò dimostra che ormai i lupi non aggrediscono più solo gli animali deboli, e temo che da qui a poco ad essere attaccato potrebbe essere anche l’uomo. A questo punto non sappiamo davvero più cosa fare”. “L’ennesimo episodio che va ad alimentare una tensione ormai altissima nelle nostre campagne, con gli allevatori che attendono risposte concrete dalla politica e della pubblica amministrazione – sottolinea il presidente di Coldiretti Pesaro Urbino, Tommaso Di Sante -. Visto che il lupo è un animale protetto, una soluzione potrebbe essere sostenere forme di assicurazione per le aziende attaccate che coprano l’intero danno, oltre alla costituzione di un fondo regionale aperto per risarcimenti che siano totali e non parziali”. Attualmente gli allevatori si vedono rimborsare solo lo smaltimento della carcassa mentre non vengono riconosciuti gli animali che i lupi trascinano via, e nessuno parla dei danni indiretti sugli allevamenti, dalla perdita di fertilità agli aborti, alla minor produzione di latte. Ma va pensata anche un’azione di prevenzione sul fenomeno. Un’altra possibile soluzione, secondo la Coldiretti Pesaro Urbino, potrebbe essere quella di recintare i parchi, tutelando in questo modo, assieme alla fauna, anche la sicurezza e l’attività economica di quanti operano sul territorio.   

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