L’operazione della Guardia di Finanza su una maxitruffa nel biologico va a tutelare gli oltre duemila produttori che nelle Marche hanno scelto la coltivazione bio, in aumento dell’8 per cento rispetto all’anno precedente. A sostenerlo è la Coldiretti nel commentare i nuovi sviluppi dell’inchiesta Vertical Bio condotta dalle fiamme gialle di Pesaro. La filiera del biologico è in costante crescita, così come i consumi, ed è importare garantire trasparenza ai consumatori e tutela alle aziende rispetto a fenomeni criminali che danneggiano il settore. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Sinab 2014, gli operatori bio nella nostra regione sono saliti da 2.007 a 2.162. Ma un vero e proprio boom si registra a livello di produttori-trasformatori (+56 per cento, da 141 a 220), a conferma del sempre maggiore impegno delle aziende agricole marchigiane verso esperienze di filiera corta, dal campo alla tavola, capaci di far fronte alla grande richiesta di prodotti biologici, unico settore a far segnare una crescita in tempi di crisi. “Di fronte al ripetersi di frodi che riguardano l’importazione di prodotti falsamente biologici è necessario – sottolinea Tommaso Di Sante, presidente di Coldiretti Marche - che sia facilmente riconoscibile in etichetta la produzione ottenuta con materia prima e standard nazionali, per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli sulla reale origine del prodotto acquistato”. Nell’attesa, il consiglio della Coldiretti è quello di acquistare i prodotti biologici direttamente nelle aziende, nelle botteghe e nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica che garantiscono l’origine nazionale degli alimenti in vendita. Sul territorio regionale sono oggi presenti quasi 200 aziende che puntano sulla filiera corta, oltre a 37 agriturismi e ristoranti che servono pasti bio, 51 negozi specializzati, 38 gruppi di acquisto solidale e 11 mercatini (elaborazione Coldiretti su dati Biobank). In tutto una rete di commercializzazione che conta oltre trecento punti.