11 Novembre 2010
COLDIRETTI MARCHE: RACCOLTA DELLE OLIVE PER 30MILA, CON LA CRISI AUMENTATE LE RICHIESTE (+50%)

Sono trentamila i marchigiani impegnati in questi giorni nella raccolta e la lavorazione delle olive, con un balzo in avanti dell’8 per cento rispetto allo scorso anno, mentre le richieste di poter prendere parte alla campagna sono addirittura aumentate del 50 per cento, soprattutto da parte di pensionati e cittadini che hanno perso il lavoro. Il calcolo viene dalla Coldiretti Marche e dall’Aprol, l’associazione dei produttori olivicoli, in occasione del giorno di San Martino, il tradizionale appuntamento per fare i conti sull’annata agraria. L’aumento della produzione di olio (+15-20 per cento, con una qualità giudicata da tutti ottima) ha portato anche a un incremento delle persone impegnate nella campagna, l’8 per cento in più rispetto allo scorso anno. Ciò non è però bastato per soddisfare le domande giunte alle aziende, dovute principalmente al perdurare della crisi e della necessità di arrotondare salari e pensioni. “Quest’anno abbiamo avuto un numero elevatissimo di richieste di poter prendere parte alla raccolta, addirittura del 50 per cento in più rispetto al 2009, quando pure erano stati in molti a proporsi – conferma il presidente dell’Aprol Marche, Pierluca Federici –. Purtroppo non siamo riusciti a soddisfare tutti, nonostante l’annata olivicola sia sicuramente da considerarsi positiva, dal punto di vista della quantità come da quello della qualità”. Il settore dell’olio è quello che a livello regionale, secondo l’analisi di Coldiretti su dati Istat e Ismea, ha fatto registrare i risultati migliori di un 2010 segnato da una lieve ripresa dei prezzi pagati agli agricoltori ma ancora insufficienti a coprire i costi di produzione.  Sul fronte dei cereali va segnalata la ripresa del grano tenero, che fa registrare un aumento del 28 per cento, passando da 468mila a 600mila quintali, cui fa però da contraltare il calo del grano duro che perde 847mila quintali (-14 per cento) attestandosi a quota 5,1 milioni di quintali. Giù l’orzo, cui manca il 20 per cento rispetto allo scorso anno, con 571mila quintali di produzione, mentre secondo le prime stime il mais dovrebbe essere sugli stessi numeri del 2009 (470mila quintali). Bene, invece, la produzione di vino (+ 5 per cento, 820mila quintali) con una qualità tra il buono e l’ottimo. Bilancio pressoché stabile per ortaggi (a partire dal pomodoro) e frutta, così come per le foraggere.

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