14 Maggio 2016
COLDIRETTI MARCHE, OK EUROPARLAMENTO AD ETICHETTA D’ORIGINE SU PESCE, STOP A TAROCCHI SUI BANCHI

Dal pangasio del Mekong venduto come cernia al filetto di brosme spacciato per baccalà, fino all’halibut o la lenguata senegalese commercializzati come sogliola, la frode è in agguato sui banchi di vendita dove più di due pesci su tre provengono dall’estero con il rischio evidente che venga offerto come nostrano pesce importato, anche perché al ristorante non è obbligatorio indicare la provenienza. E’ quanto afferma Coldiretti Impresapesca nel commentare positivamente la proposta di risoluzione votata dal Parlamento europeo sulla tracciabilità dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura nella ristorazione e nella vendita al dettaglio dopo che vari studi hanno evidenziato livelli significativi di etichettatura scorretta dei prodotti ittici venduti sul mercato Ue. Tra i trucchi nel piatto più diffusi ci sono anche, continua la Coldiretti, il polpo del Vietnam spacciato per nostrano, lo squalo smeriglio venduto come pesce spada, il pesce ghiaccio al posto del bianchetto, il pagro invece del dentice rosa o le vongole turche e i gamberetti targati Cina, Argentina o Vietnam, dove peraltro è permesso un trattamento con antibiotici che in Europa sono vietatissime in quanto pericolosi per la salute. Per contrastare le frodi il Parlamento europeo invita ora gli Stati Membri a rafforzare i controlli nazionali per contrastare le frodi, invita la Commissione a monitorare a intervalli regolari la misura in cui le informazioni richieste figurano sulle etichette e chiede che di adottare misure intese a correggere la confusione causata dall’attuale obbligo di indicare sull’etichetta le zone e sotto-zone definite dall’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao). Il Parlamento Europeo, continua la Coldiretti, si dichiara favorevole ad un sistema solido di tracciabilità, dallo sbarco al consumo, che infonda fiducia nei consumatori e riduca la dipendenza degli scambi commerciali dalle importazioni di prodotti della pesca e dell’acquacoltura, rafforzando così il mercato Ue. E’ comunque necessario – precisa la Coldiretti – che a livello della ristorazione si giunga al “menu tracciato” con il coinvolgimento diretto dell’esercente che diviene garante della provenienza del pesce servito ai clienti.

seguici su 👍