16 Giugno 2011
COLDIRETTI MARCHE: NUOVA LEGGE SULLA CACCIA SVENDUTA ALLE LOBBY CON DANNI IN CAMPAGNA PER 2 MLN

La nuova legge sulla caccia in discussione domani, venerdì 17 giugno, al Comitato delle autonomie locali, è stata svenduta dalla politica alle lobby dei cacciatori e delle squadre che abbattono i cinghiali, alla faccia delle migliaia di agricoltori che subiscono ogni anno danni per oltre due milioni di euro a causa degli animali selvatici. E’ la denuncia della Coldiretti Marche alla vigilia della discussione della proposta di legge che ridefinisce l’attività venatoria. Il testo che verrà esaminato dal Comitato come ultima tappa prima di arrivare in Consiglio regionale non solo non risolve i problemi a più riprese segnalati dalle aziende agricole, ma va per l’ennesima volta a favorire l’attività delle squadre di cacciatori, e ciò nonostante il positivo atteggiamento da parte dell’Assessorato regionale all’Agricoltura. “Ancora una volta si sceglie di privilegiare le esigenze di pochi rispetto a quelle di migliaia di imprese agricole che ogni anno subiscono danni per oltre due milioni di euro a causa della presenza dei selvatici, senza fare nulla per la prevenzione - denuncia il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi -. Ma a questo punto non siamo disposti a tirarci indietro, e inizieremo dal chiedere alle autorità preposte di fare piena luce su dove vada a finire la carne dei cinghiai abbattuti”. L’obiettivo è mettere in trasparenza il settore del commercio della carne di cinghiale e dare le necessarie garanzie sanitarie al cittadino consumatore, soprattutto in un periodo in cui sono tornati a moltiplicarsi gli allarmi sanitari, dopo l’ultima notizia degli hamburger industriali tedeschi al batterio killer scoperti in Francia. “Per dare una svolta alla nuova legge serve una serie di provvedimenti di emergenza, a cominciare dalla patente di caccia a punti con divieto per le squadre di cinghialai di occupare la stessa zona per più di una stagione e di cacciare nelle zone dove la presenza dei cinghiali non è significativa – spiega Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Marche -, ma anche la possibilità per gli agricoltori provvisti di licenza di cacciare i selvatici sul proprio terreno e il commissariamento delle Province da parte della Regione se il controllo degli animali non viene effettuato”. Coldiretti chiede inoltre l’estensione agli enti parco delle attività di selezione e che la gestione di danni e fondi sia affidata a un solo soggetto, mentre attualmente ci sono quattro possibili procedure a seconda che il danno sia stato causato in una zona cacciabile (Atc), in strada (Regione), in un’area protetta (enti parco) o da lupi, orsi e cani randagi (ancora la Regione ma attraverso un altro meccanismo). Serve poi la costituzione di un fondo regionale aperto per garantire che agli agricoltori sia risarcito l’intero danno e non solo una parte come accade oggi. Ancora, Coldiretti ha sollecitato una revisione della legge regionale 15/94 sulla gestione delle aree protette, in maniera che i piani di contenimento del numero degli animali selvatici possano riguardare l’intero territorio. Infine, sono necessari incentivi adeguati per le imprese agricole rivolti al recupero e alla ricostituzione degli habitat naturali.

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