25 Gennaio 2024
Coldiretti Marche: “Contro carne sintetica battaglia di popolo che ha contagiato l’Ue”

“Il fatto che altri Paesi dell’Ue si siano espressi per fermare la carne sintetica è un fatto positivo che indica la bontà della battaglia di Coldiretti e il ruolo dell’Italia come leader mondiale di qualità e sicurezza alimentare”. È quanto afferma Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche, dopo il documento presentato dalle delegazioni austriaca, francese e italiana ma sostenuto anche tra le altre dalle delegazioni spagnola, ceca, cipriota, greca, ungherese, lussemburghese, lituana, maltese, rumena, slovacca, all’ultimo Consiglio Europeo “Agricoltura e pesca”. “Uno stop coerente - aggiungono da Coldiretti Marche - con il fatto che la Ue ha già deciso di vietare gli alimenti prodotti da animali clonati e da oltre 40 anni la carne trattata con ormoni che vengono utilizzati invece nei bioreattori per la produzione di cibi artificiali per i quali si chiede di non usare il termine “carne coltivata”, ritenuto fuorviante anche dal rapporto Fao/Oms che suggerisce di chiamarli “cibi a base cellulare”. Proprio nelle Marche, nei mesi scorsi, erano state raccolte oltre 7mila firme dei cittadini e 130 deliberazioni di enti locali, Regione Marche compresa, tra Comuni, Province e Comunità montane per spingere il Parlamento a legiferare in questo senso. Legge che poi è stata approvata e che ora fa scuola in Europa. “Prima di qualsiasi autorizzazione i Paesi sostenitori chiedono infatti alla Commissione di avviare una consultazione pubblica sui cibi a base cellulare – prosegue Coldiretti - che non possono mai essere chiamati carne. Gli stessi Paesi pongono questioni etiche, economiche, sociali e ambientali, nonché sulla nutrizionali e di sicurezza sanitaria rimettendo in discussione il quadro normativo attuale che risulta inadeguato anche perché queste nuove pratiche includono la produzione di alimenti utilizzando la tecnologia delle cellule staminali con la necessità di evitare rischi per la salute dei consumatori”. L’alleanza nata in Europa fa proprie le perplessità sollevate per prima dalla Coldiretti. “Dopo la legge approvata in Italia stiamo assistendo alla presa di posizione di un numero crescente di Paesi uniti dall’esigenza di avere analisi di impatto univoche da parte della ricerca pubblica ed evitare di trasformare i cittadini in cavie, come per primi abbiamo chiesto - conclude la presidente Gardoni - Proprio per questo la sfida che la Coldiretti lancia alle istituzioni europee è che i prodotti in laboratorio nei processi di autorizzazione non vengano equiparati a cibo ma bensì a prodotti a carattere farmaceutico”.

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