24 Dicembre 2013
COLDIRETTI MARCHE: CHIUSURA COALAC, REGIONE INTERVENGA E STOP A SOLDI PER CHI IMPORTA DALL’ESTERO E VENDE COME ITALIANO

La Regione Marche deve fare chiarezza sulla scelta di Cooperlat di chiudere lo stabilimento di Ascoli, poiché non è possibile che siano gli allevatori e i lavoratori marchigiani a pagare le conseguenze di politiche industriali discutibili e di scelte assunte fuori dal nostro territorio. A denunciarlo è la Coldiretti regionale in merito alle notizie circa la chiusura dello stabilimento ascolano di Colalac dove si produce circa la metà del latte fresco del gruppo. Già ad ottobre la Coldiretti aveva chiesto un incontro al Governatore Spacca per informarlo delle voci relative alla chiusura della realtà produttiva picena, al quale il Presidente della regione aveva risposto garantendo la convocazione di un tavolo di confronto con la Cooperlat e i soggetti coinvolti, per conoscere il reale stato di salute del gruppo e un piano industriale che nessuno ha ancora visto. Il tavolo non è stato mai realizzato, ma la notizia viene ora purtroppo confermata, andando a colpire Coalac, una delle poche realtà che conferiscono tutto il latte munto esclusivamente nel territorio. In gioco c’è la difesa non tanto di un singolo stabilimento, quanto della trasparenza sul latte vero made in Italy e della possibilità dei consumatori marchigiani di poterlo continuare ad avere sulle proprie tavole, oltre che degli allevatori di poter continuare a produrlo. Ma la questione deve anche aprire una reale discussione su una cooperazione che sembra aver messo una pietra tombale sul ruolo per il quale è nata. Da qui la richiesta di Coldiretti di ridefinire regole trasparenti sui contributi pubblici all’industria agroalimentare e alla cooperazione, poiché non è più accettabile che i fondi assegnati al nostro territorio finiscano ancora nelle mani di chi importa buona parte di prodotto straniero mettendolo poi sul mercato come italiano, come scoperto al valico del Brennero.

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