19 Giugno 2015
COLDIRETTI MARCHE: AL VIA LA TREBBIATURA DEL GRANO, DAI CAMPI SEGNALI POSITIVI NONOSTANTE IL MALTEMPO

Sono scattate nelle Marche le prime operazioni di trebbiatura del grano e i segnali sono positivi, nonostante i timori legati agli effetti del maltempo delle scorse settimane. Ad affermarlo è la Coldiretti Marche sulla base delle prime indicazioni venute dalle imprese, dalle quali emergerebbero al momento un leggero incremento produttivo e una buona qualità. Per avere un quadro più completo bisognerà comunque attendere il grosso della raccolta che partirà all’inizio della prossima settimana e vedrà gli agricoltori impegnati su circa 140mila ettari coltivati tra grano duro, dove le superfici sono in aumento rispetto allo scorso anno, e grano tenero (in leggero calo quanto a campi seminati). Il tutto per una produzione che potrebbe aggirarsi intorno ai 5,8 milioni di quintali, secondo le prime stime. Le Marche, sottolinea Coldiretti, sono, tra l’altro, la terza regione italiana per produzione di grano duro, dopo Puglia e Sicilia. Il problema resta la bassa remunerazione del prodotto, legato alla volatilità delle quotazioni. Basta fare l’esempio del pane. Oggi un chilo di grano tenero è venduto a circa 21 centesimi mentre il pane è acquistato dai cittadini a valori che da Ancona ad Ascoli Piceno variano da una media di 3,69 euro al chilo a 2,83 euro al chilo, secondo un’analisi Coldiretti su dati Osservatorio Prezzi del Ministero dello Sviluppo economico. Se si considera che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano (dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua), è evidente come le due quotazioni siano completamente slegate. “C’è sicuramente un margine da recuperare per garantire un giusto compenso agli agricoltori, senza pesare sui cittadini che sono costretti a ridurre gli acquisti, ed evitare la scomparsa delle coltivazioni di grano nostrane – sottolinea Tommaso Di Sante, presidente di Coldiretti Marche -. Ma, considerata anche la crescita degli acquisti del pane confezionato, occorre pure garantire una maggiore trasparenza di filiera a partire dall’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano impiegato ed evitare che venga spacciato come italiano quello importato da Turchia, Kazakistan o altri Paesi”.
 

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