4 Febbraio 2011
COLDIRETTI MACERATA, STOP A TARSU SU STALLE E SERRE

L’attuale Tarsu non tiene conto del fatto che nelle aziende agricole si produce una quantità limitatissima di rifiuti, mentre quelli speciali sono già smaltiti a carico delle aziende, e finisce dunque per rappresentare un’ingiusta gabella nei confronti delle imprese già in difficoltà per la crisi. A lamentarlo è la Coldiretti Macerata che ha inviato al Comune maceratese una proposta di revisione dell’attuale regolamento sulla tassa sui rifiuti solidi urbani. L’obiettivo è riconoscere la specificità dell’agricoltura ed escludere stalle e serre dall’applicazione dell’imposta. “Queste strutture finiscono oggi tra le aree tassabili ma i rifiuti prodotti sono per lo più speciali, come contenitori di fitosanitari, filtri, batterie, e come tali vengono smaltiti a parte con i relativi costi a carico degli agricoltori – spiega Francesco Fucili, presidente di Coldiretti Macerata -. D’altro canto i cosiddetti sottoprodotti, ovvero quel che resta dopo la raccolta o negli allevamenti, vengono utilizzati come fertilizzanti o per alimentare caldaie a biomasse”. In definitiva, le aziende agricole smaltiscono già a proprie spese praticamente tutti i rifiuti prodotti ma si trovano a dover sborsare anche la tassa comunale, per di più calcolata su grandi estensioni. “Da qui la nostra richiesta di rivedere il regolamento sulla Tarsu escludendo nella determinazione della superficie tassabile stalle e fienili, serre, locali di stoccaggio – aggiunge il direttore di Coldiretti Macerata, Assuero Zampini –. In questo modo si andrebbe ad evitare che le aziende finiscano per pagare due volte”.

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