“Settore in difficoltà, l’impegno continua”
L’apertura della Regione Marche sui Mapre è l’ottima notizia con la quale si è aperto questa mattina l’incontro tra allevatori organizzato da Coldiretti Macerata. “Una decisione di buonsenso – dicono da Coldiretti Marche – le rassicurazioni di Regione e struttura commissariale arrivano a colmare una comunicazione lapidaria degli uffici che aveva messo molta apprensione agli allevatori. Come chiedevamo sarà valutato caso per caso e l’obiettivo è quello di mantenere le strutture”. Un fuori programma positivo (l’assemblea era organizzata da giorni) per un settore che nonostante le speculazioni finanziarie, le difficoltà oggettive date dagli anni di pandemia, di guerra, dall’aumento dei costi dell’energia ha prospettive positive. Non una provocazione ma il ragionamento scaturito dagli interventi e dai dati Ismea illustrati dal direttore di Coldiretti Macerata, Giordano Nasini, nel corso dell’incontro organizzato in collaborazione con l’Associazione Allevatori dell’Umbria e delle Marche e la Provincia di Macerata per un confronto sulle opportunità e le criticità del settore. Negli ultimi 5 anni il numero degli allevamenti si è dimezzato (-50% nelle Marche, -57% nella provincia di Macerata). Se guardiamo ai soli bovini parliamo di un -37% marchigiano e un -39% maceratese. Eppure le consistenze, anche se in calo, hanno avuto nello stesso periodo un trend migliore. Parlando solo di bovini nelle Marche si contano quasi 42mila capi (-14% rispetto a 5 anni fa), circa 18mila nella provincia di Macerata (-5%). “Questo significa – spiega Nasini - che sta cambiando il tessuto economico con un minor numero di aziende ma più strutturate, di dimensioni maggiori rispetto al passato. Guardando questo, pur considerando anche i minori consumi di carne rossa, le prospettive sono positive”. La pensa così anche Stefano Pignani, direttore di Anabic, l’associazione nazionale Allevatori Bovini Italiani, che indica nella valorizzazione e nella promozione della carne la strada da seguire. “Il consumo di carne bovina in Italia è di 16 chili pro capite – ha detto – e di questo dato la carne marchigiana rappresenta appena 50 grammi. Eppure questa razza, come anche la chianina, è un emblema di italianità: in un mondo dove il turismo è dominante, raccontare la nostra carne può fare la differenza”. Da parte sua Coldiretti continua ad avere attenzione verso il settore. Promuovendo l’avvio dell’Associazione Allevatori Marche Umbria è riuscita a ripristinare l’assistenza tecnica zootecnica. Sul fronte politico ha spinto e ottenuto in questi anni numerose misure di sostegno per la zootecnia. In questi anni sono arrivati 1,35 milioni di euro per i mattatoi marchigiani e contributi per l’acquisto di riproduttori per la Razza Marchigiana, la conferma di misure del Psr a sostegno del settore, il 100% di contributo per realizzare recinzioni e prevenire gli attacchi da lupo e l’incremento dei risarcimenti in caso di predazione.