28 Ottobre 2009
COLDIRETTI, L’OLIO ANCONETANO FA SCUOLA IN GIAPPONE

28 ottobre 2009
 
COLDIRETTI, L’OLIO ANCONETANO FA SCUOLA IN GIAPPONE
E IL ROSSO CONERO VA ALLA CONQUISTA DELL’AUSTRALIA
 
L’olio anconetano fa scuola in Giappone. Lo rivela Coldiretti Ancona, dopo che un imprenditore olivicolo di San Marcello, Giorgio Tonti, è stato chiamato nel paese del Sol Levante per far conoscere l’extravergine nostrano agli chef della più famosa scuola di cucina, la Hatori di Tokyo, oltre che ad autorità e diplomatici. Secondo dati Coldiretti-Istat, nell’ultimo anno le esportazioni di olio italiano in Giappone sono triplicate in valore, con un vero e proprio boom nell’interesse dei consumatori asiatici verso uno dei prodotti cardine della dieta mediterranea. Da qui la scelta della prestigiosa scuola Hatori, che ogni anno organizza un summit della gastronomia mondiale, di chiamare un imprenditore a far conoscere l’olio di qualità, e la scelta è caduta su un anconetano. “In Giappone c’è un’enorme curiosità per tutto ciò che è prodotto in Italia e per come fare a riconoscere la vera qualità – ha spiegato al suo rientro Giorgio Tonti, che è anche presidente dell’Aprol, l’associazione dei produttori olivicoli della provincia di Ancona -, e c’è dunque la possibilità di aprire canali commerciali interessanti per le nostre produzioni”. Tra l’altro, nota Coldiretti Ancona, nel 2008 le esportazioni di prodotti agroalimentari marchigiani nel mondo sono aumentate del 6 per cento, passando da 203 milioni di euro a 215 milioni di euro. A ulteriore dimostrazione dell’interesse nipponico per l’olio made in Ancona, una giornalista giapponese, Ritz Itabashi, sarà venerdì, 30 ottobre, a San Marcello per seguire la raccolta delle olive nell’azienda di Tonti. Ma, sottolinea Coldiretti Ancona l’extravergine non è l’unica tipicità dorica a puntare ai mercati stranieri. Anche per il vino si sono aperte, infatti, possibilità commerciali in Oceania. “Un importatore australiano si è innamorato del Rosso Conero Doc - spiega Silvano Strologo, imprenditore vitivinicolo di Camerano -, e ci ha proposto di farlo conoscere nel suo paese attraverso negozi di enogastronomia  e ristoranti”. Anche qui, l’interesse per la doc dorica riflette l’aumento delle importazioni di vino italiano in Australia (+ 11 per cento), paese che d’altro canto contende al nostro la leadership nei mercati anglosassoni.

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