25 Luglio 2013
COLDIRETTI IMPRESAPESCA, NO A STRAVOLGIMENTI SISTEMA PESCA VONGOLE

Stravolgere l’assetto del sistema della pesca delle vongole nella regione rischia di danneggiare gravemente un settore già provato dalla crisi. E’ la denuncia di Coldiretti Impresapesca Marche in merito alle ventilate ipotesi di riordino del comparto. In un momento in cui la crisi sta interessando le attività ittiche, andare a interferire nelle scelte di chi oggi gestisce le risorse sul territorio potrebbe essere controproducente. Coldiretti Impresapesca è, infatti, del parere che l’ “autonomia” dei singoli consorzi nella gestione delle risorse ittiche sugli specchi di mare di competenza vada salvaguardata, evitando che le decisioni più politiche che tecniche assunte in sede di lobby territoriali possano essere imposte anche ad aree che a fatica gestiscono il territorio, a partire dallo spostamento di imbarcazioni da un comparto all’altro, senza comprendere se questa azione sia una necessità gestionale o una vera e propria speculazione a cui la politica potrebbe dar sostegno. Prendiamo atto che se esistesse la volontà da parte di alcuni consorzi di mettere assieme i loro territori e le proprie risorse, questa può essere accolta a patto che non venga poi imposta anche alle altre realtà presenti in Regione, che della propria gestione autonoma fanno un elemento premiale e distintivo delle loro capacità. Da qui l’appello all’assessore regionale Sara Giannini e alla III commissione consiliare affinché non si dia adito a pericolose fughe in avanti. Molto più utile per il settore, secondo Coldiretti Impresapesca, sarebbe un impegno della politica su questioni praticamente, più utili al comparto, come l’impegno forte nei confronti dell’Ue all’ottenimento della deroga sul divieto di raccolta dei molluschi-bivalvi (vongole, canollicchi e telline), entrato in vigore nel 2011, che preclude ogni attività entro le 0,3 miglia dalla battigia, eliminando di fatto il 70 per cento delle aree di pesca di questo mestiere. Al di fuori da questa distanza, in molti compartimenti, vi sono poche risorse e ciò ha impedito alle imprese di diversificare la propria attività e rendere lo sforzo di pesca meno impattante, impendendo ai Consorzi di gestione ogni possibile pianificazione, come la messa a riposo delle aree di ripopolamento e di semina. Si chiede quindi all’amministrazione ed alla politica un impegno serio sui problemi seri, evitando di concentrarsi su azioni che potrebbero risultare di dubbia trasparenza.

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