Dopo trent’anni di totale fallimento della format del fermo pesca, è insensato continuare a parlare di date. Ad affermarlo è la Coldiretti Impresapesca Marche in merito alla discussione in corso al tavolo del Ministero delle Politiche agricole sul calendario del blocco delle attività della flotta da Pesaro a Bari per il 2015. A trent’anni esatti dalla sua introduzione, l’attuale format ha ampiamente dimostrato di essere inadeguato, con le imprese del settore che versano in una grave crisi al pari delle risorse ittiche, considerata la drastica diminuzione del livello di auto-approvvigionamento comunitario. “In questo periodo abbiamo demolito il 33 per cento della nostra flotta, il peso delle importazioni di prodotto dall’estero è passato dal 28 per cento al 73 per cento e l’86 per cento delle risorse ittiche nei mari europei è in sofferenza – denuncia Tonino Giardini, responsabile di Coldiretti Impresapesca -. Numeri che evidenziano il totale fallimento del sistema di fermo biologico, incapace di sostenere le imprese e tutelare i mari. E’ dunque paradossale ostinarsi a pensare all’una o all’altra data, poiché sappiamo benissimo che in questo modo si intende esclusivamente gestire alcune alchimie di marcato locale, restando a guardare mentre tutto il sistema affonda. Servono dunque il coraggio di cambiare e una nuova consapevolezza che il miglior modo per difendere le risorse ittiche è tutelare la sostenibilità del mercato e il reddito delle imprese”. L’attuale fermo estivo non tiene conto del fatto che solo alcune specie ittiche si riproducono in questo periodo, mentre per la maggior parte delle altre si verifica in date differenti durante il resto dell’anno. Da qui la proposta di Coldiretti Impresapesca di differenziare il blocco delle attività a seconda delle specie, mentre le imprese ittiche potrebbero scegliere ciascuna quando fermarsi in un periodo compreso tra il 1° luglio e il 30 ottobre.