17 Febbraio 2017
COLDIRETTI: GIU’ LE SEMINE DI GRANO DURO NELLE MARCHE (-10%), SERVE ETICHETTA PASTA

Crollano le semine di grano duro nelle Marche dopo il taglio dei prezzi pagati agli agricoltori, con un calo stimato vicino al 10 per cento e la scomparsa di oltre 10mila ettari coltivati che peseranno sulla produzione di vera pasta italiana nel 2017, oltre che sull’ambiente, sull’economia e sul lavoro delle aree interne di una regione che è oggi il terzo produttore nazionale. E’ l’allarme lanciato della Coldiretti che chiede di accelerare urgentemente il percorso per arrivare all’etichetta d’origine della pasta per salvare il Granaio Marche, con oltre 25mila aziende agricole e 112mila ettari che rappresentano il 12 per cento della superficie del nostro territorio. "Una situazione drammatica - spiega Tommaso Di Sante, presidente di Coldiretti Marche - determinata dal crollo dei prezzi pagati agli agricoltori che nella campagna 2016 sono praticamente dimezzati per effetto delle speculazioni e della concorrenza sleale del grano importato dall’estero e poi utilizzato per fare pasta venduta come italiana, con una perdita netta di 70 milioni di euro per gli agricoltori marchigiani". Il fenomeno, denuncia la Coldiretti, rischia peraltro di essere ulteriormente favorito dall'approvazione da parte dell'Europarlamento del Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement) con il Canada che rappresenta il primo esportatore di grano duro in Italia. Contro l’accordo che dovrà essere ratificato dal Parlamento nazionale rischia di scatenarsi una nuova guerra del grano. Da qui la necessità, continua Coldiretti, di accelerare sul percorso di ratifica ed entrata in vigore dell’etichettatura di origine obbligatoria per il grano usato per produrre la pasta. Lo schema di decreto, frutto della battaglia del grano lanciata da Coldiretti e condiviso dai Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, è stato inviato alla Commissione Europea a Bruxelles.

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