6 Giugno 2014
COLDIRETTI: FONDI EUROPEI PROMUOVANO FILIERE REALMENTE MADE IN MARCHE, NON PREMIARE NUOVI CASI COALAC

I fondi europei in arrivo con il nuovo Piano di sviluppo rurale dovranno promuovere le filiere realmente made in Marche, e non quelle che del territorio conservano soltanto l’immagine, mentre penalizzano gli agricoltori e comprano magari il prodotto all’estero. E’ il messaggio giunto dal Consiglio regionale della Coldiretti, riunito ad Ancona. Mentre si stanno decidendo le linee guida che indirizzeranno la spesa dei fondi comunitari per i prossimi sette anni, Coldiretti chiede che le risorse siano effettivamente utilizzate per creare sviluppo sul territorio, evitando di premiare scelte che non fanno l’interesse dell’economia marchigiana, come sta accadendo per il caso Coalac, la centrale del latte di Ascoli che Cooperlat intende chiudere. “Grazie soprattutto al lavoro portato avanti da Coldiretti si è sviluppata una nuova sensibilità verso il vero made in Italy, nella consapevolezza che far bere latte tedesco o proporre prosciutti fatti con maiali olandesi porta inevitabilmente ad impoverire il territorio, oltre che ad ingannare i consumatori – ha sottolineato il presidente della Coldiretti Marche, Tommaso Di Sante -. Ora il vento sta cambiando e lo dimostra la stessa scelta del ministro Lorenzin di togliere il segreto su chi importa dall’estero. Una scelta di cui il prossimo Piano di sviluppo rurale non potrà non tener conto”. Sempre in tema di rapporti con la pubblica amministrazione è stata esaminata la questione Uma relativa al gasolio agricolo, che in questo momento sta creando agli agricoltori uno svantaggio competitivo rispetto alle aziende delle regioni confinanti e sulla quale Coldiretti interverrà per assicurare alle imprese le dovute tutele.  Ma il Consiglio ha rappresentato anche l’occasione per fare il punto sulla manifestazione che al Mandela Forum di Firenze ha visto la presenza di oltre un migliaio di agricoltori marchigiani. Un messaggio forte contro tutte le rendite, è stato ricordato nel corso dei lavori, che tolgono valore, identità, fondi e tempo alle nostre imprese e contro le quali la Coldiretti ha lanciato una battaglia a tutto campo.

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