27 Ottobre 2010
COLDIRETTI: CHIUSURA MATTATOIO SENIGALLIA, NON FAREMO BARRICATE

 27 ottobre 2010

COLDIRETTI: CHIUSURA MATTATOIO SENIGALLIA, NON FAREMO BARRICATE 
 
“La chiusura del mattatoio di Senigallia dispiace in quanto segnale della progressiva diminuzione degli allevamenti, ma non faremo certo le barricate per difendere un servizio che non ha sostenibilità economica, tanto più che a livello locale le imprese potranno comunque utilizzare la struttura di Corinaldo, mentre per le realtà più grandi c’è quella di Schieppe di Orciano”. E’ la posizione della Coldiretti, alla vigilia dell’incontro di domani, giovedì 28 ottobre, delle rappresentanze degli agricoltori con il sindaco senigalliese, Maurizio Mangialardi, sulla decisione di chiudere la macellazione cittadina. “Nel comune di Senigallia e nel circondario c’è un numero limitato di aziende zootecniche – spiega il presidente di Coldiretti Ancona, Maurizio Monnati –. Premesso che sarebbe bello per qualsiasi impresa avere il mattatoio sotto casa, con questi numeri non possiamo pensare di poter avere due strutture nel giro di pochi chilometri, tanto più in un periodo di tagli e razionalizzazione della spesa”. Tra l’altro le aziende zootecniche della provincia di Ancona si trovano ormai prevalentemente nei comuni delle zone interne, mentre sulla costa sono ormai pochi gli allevamenti rimasti. L’idea, dunque, è non prestarsi a iniziative strumentali dal sapore più politico che economico.“A livello più grande, e parlo di realtà che macellano anche per la grande distribuzione, come la Bovinmarche, la soluzione è invece rappresentata dal mattatoio di Schieppe di Orciano collocato in una posizione strategica rispetto alle vie di comunicazione, mentre a livello pesarese le realtà interne possono comunque contare su strutture efficienti come quelle di Cagli, Urbania e Mercatale – sottolinea Giannalberto Luzi, presidente di Coldiretti Marche -. Con la chiusura della struttura di Senigallia viene di certo a mancare un servizio, ma il nostro obiettivo primario è fare in modo che gli allevamenti della zona possano comunque continuare a fare il proprio lavoro, che da tempo è impostato sui concetti di qualità, legame col territorio e trasparenza verso il consumatore”. 

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