Circa un terzo degli ettari coltivati in provincia di Macerata è biologico mentre in campo sono circa 900 le aziende agricole che se ne occupano. Numeri che sottolineano una spiccata vocazione maceratese verso un metodo di coltura certificato e sempre più apprezzato dai consumatori, , a giudicare dai 3,3 miliardi di euro di consumi, secondo Coldiretti su dati Ismea, nel 2020. Per incentivare ulteriormente la schiera degli agricoltori che si affacciano a questa pratica Coldiretti Macerata ha pensato a corsi formativi online. In particolare sono stati promossi due webinar.
Il primo, dedicato a “Valutazioni preliminari e periodo di conversione per una scelta consapevole” si terrà lunedì 19 aprile alle 14.30
segui -> https://us02web.zoom.us/j/6120904512
mentre il secondo dal tema “La corretta gestione del sistema informatico e documentale nel biologico” sarà in diretta web giovedì 22 sempre alle 14.30
segui -> https://us02web.zoom.us/j/6120904512
Questi due seminari informativi sono stati organizzati da Impresa Verde nell’ambito delle azioni informative per il miglioramento economico delle aziende agricole e forestali all’interno del Psr Marche. In provincia di Macerata sono circa 33mila gli ettari coltivati a biologico. In costante aumento nel tempo. Tra questi anche aziende che fanno la vendita diretta dei loro prodotti aziendali (quasi la metà di quelle di Campagna Amica, ad esempio) e anche agriturismi (circa il 10% del totale maceratese). Una strada che la provincia di Macerata ha intrapreso da anni, che ora viene indicata anche dal Green Deal europeo e dagli obiettivi del Farm To Fork (25% delle superfici agricole in biologico entro il 2030) e che vedrà la aziende agricole maceratesi grandi protagoniste nel percorso di costituzione del Distretto Biologico unico della Regione Marche.
“Già 20 anni fa, in largo anticipo rispetto alle indicazioni europeo, nascevano le prime aziende biologiche maceratesi – spiega Francesco Fucili, presidente di Coldiretti Macerata – Erano soprattutto realtà zootecniche dell’entroterra, legate alla linea vacca-vitello che non avevano mai utilizzato presidi chimici nella gestione dei pascoli. Le stesse hanno poi iniziato a coltivare cereali, in rotazione con i foraggi a supporto sempre degli allevamenti, un pilastro fondamentale per il biologico. Negli anni, insieme al trend di mercato, sono aumentate anche le aziende agricole di altri settori: orticoltura, vitivinicoltura e olivicoltura. La nostra, insomma, è una provincia che ha vocazione storica e che sta assistendo alla nascita di tante filiere interessanti”. Ultima ma graditissima arrivata, la filiera della barbabietola da zucchero biologica: negli ultimi tre anni, grazie a Coldiretti, Filiera Italia e Consorzi Agrari d’Italia, nella provincia maceratese si sono sviluppati circa 275 ettari bio, raddoppiati in appena un anno e più della metà dei terreni marchigiani dedicati a questa coltura.