3 Febbraio 2017
COLDIRETTI,PIU’ INNOVAZIONE E “DOC” PER RILANCIARE L’OLIO MARCHIGIANO DOPO L’ANNATA NERA

Più innovazione e trasparenza,sfruttando le opportunità offerte dalle nuove denominazioni di origine, per rilanciare l’olio marchigiano dopo la disastrosa annata, con il crollo del 56 per cento della produzione e gli effetti negativi sulle vendite generate dal sisma. E’ il messaggio lanciato dal presidente della Coldiretti Marche, Tommaso Di Sante, al convegno che ha aperto Enoliexpo Adriatica, organizzato al Fermo Forum assieme ad Unaprol. Un’occasione di confronto sulle innovazioni proposte nel settore, a partire dalla diffusione della tecnologia del freddo in frantoio per eliminare il problema del riscaldamento delle paste, come illustrato dal professor Maurizio Servili dell’Università di Perugia. “Con l’allargamento della Dop Cartoceto e l’arrivo della Igp Marche aumenteranno le opportunità per gli olivicoltori marchigiani – ha sottolineato Di Sante -. Per la Dop dai circa 75 ettari, coltivati da una quindicina di aziende, si passa a una superficie pari quasi all’intero territorio della provincia di Pesaro Urbino, con un marchio unico. Il 17 dicembre 2016 la Commissione europea ha inoltre pubblicato sulla Gazzetta Ue la richiesta del Consorzio Marche Extravergine per ottenere il marchio Igp Olio “Marche., riservata all’olio extravergine ottenuto da olive prodotte in una zona che comprende circa il 76% del territorio marchigiano”. Dell’importanza del lavoro sulla qualità hanno parlato anche il presidente di Coldiretti Ascoli Fermo, Paolo Mazzoni, e il presidente di Aprol Marche, Pierluca Federici. Ma secondo Coldiretti occorre sfruttare anche le opportunità offerte dal Piano olivicolo nazionale e garantire una piena applicazione della Legge salva olio, a partire dai controlli sul rispetto deal rispetto dell’obbligo del tappo antirabbocco, che continua a essere disatteso in tre ristoranti su quattro. Il settore olivicolo nelle Marche conta 22mila aziende su una superficie di circa 10mila ettari di oliveti, con 150 frantoi attivi. Per quanto riguarda il biologico, la aziende sono 1.000, per una superficie di circa 1.600 ettari. Il valore della produzione olivicola marchigiana è di 25 milioni di euro (2015), mentre quello dell’export ammonta a 2,3 milioni di euro (dato 2015).

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