27 Luglio 2016
AL CARCERE DEL BARCAGLIONE DETENUTI COL POLLICE VERDE… BIO GRAZIE ALL’ORTO SOCIALE FATTO CON GLI AGRICOLTORI PENSIONATI

Oltre centocinquanta detenuti coinvolti e trenta quintali di ortaggi coltivati direttamente dagli stessi ospiti del carcere, sotto la guida degli agricoltori pensionati della Coldiretti, per essere poi consumati con i propri compagni nei pasti giornalieri. Sono i numeri del progetto orto sociale realizzato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria - Direzione Casa di Reclusione di Ancona “Barcaglione” e presentato nel corso di un evento che ha visto la partecipazione anche del gruppo rock della Gang. Un’iniziativa sviluppatasi nell’arco di due anni con il preciso obiettivo di occupare in modo formativo il tempo libero degli ospiti del carcere dorico. I detenuti hanno scelto in piena libertà se prendere parte o meno al progetto, ma con la consapevolezza che alla fine gli ortaggi prodotti sarebbero stati consumati da tutti, anche da quelli che non si sarebbero messi all'opera. Tutte le settimane gli agricoltori pensionati della Coldiretti marchigiana si sono così recati nel carcere come tutor per insegnare ai ragazzi le varie tecniche di coltivazione dell’orto. Da parte sua, la Direzione ha messo a disposizione tutto il materiale, dalle sementi agli attrezzi, con la collaborazione della Regione Marche. Alla fine il risultato è stato più che lusinghiero, con una partecipazione elevatissima degli ospiti del Barcaglione e un raccolto di qualità, per di più biologico, che i detenuti-agricoltori hanno consumato e diviso con i compagni, assicurandosi un vero e proprio menu a km zero. “Abbiano voluto far maturare negli ospiti del Barcaglione la consapevolezza che, in una situazione come quella del carcere, il risultato finale è il frutto della collaborazione con gli altri e la risposta è stata più che soddisfacente – spiegano chi il progetto lo ha pensato e ne ha curato l’attuazione Francesco Tubiello e Sandro Marozzi -, tanto più in considerazione dell’eterogeneità dei reclusi, spesso distanti per provenienza geografica, per mentalità, o anche soltanto per orientamento culturale”. “Un’esperienza bellissima e formativa che ben evidenzia come l’agricoltura possa oggi recitare un ruolo da protagonista anche nel campo sociale – ha spiegato Antonio Carletti, presidenti della Federpensionati Coldiretti Marche – e non è un caso che si stiano moltiplicando nelle nostre campagne le iniziative di welfare rurale”. Alla presentazione hanno preso parte il direttore della Coldiretti Marche, Enzo Bottos, dirigenti e funzionari della Regione Marche e dell’Assam, assieme a vari rappresentanti delle  associazioni del volontariato che collaborano con l’Istituto  penitenziario.

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