6 Maggio 2015
COLDIRETTI MARCHE, CONTRO DISSESTO E ABBANDONO NASCE IL BOSCO 2.0 AUTOGESTITO

Nasce il bosco 2.0 autogestito per prevenire il dissesto idrogeologico e dare opportunità di lavoto ai giovani nelle aree interne e scongiurare il rischio dello spopolamento. Ad annunciarlo è la Coldiretti, dopo la costituzione del Consorzio Forestale Monte Nerone tra l’Università Agraria di Serravalle di Carda e l’Università Agraria degli uomini originari della Villa di Pieia. Si tratta di oltre 1.000 ettari di boschi e pascoli nei comuni di Cagli, Apecchio e Piobbico, in provincia di Pesaro e Urbino. L’intesa, fortemente sostenuta da Coldiretti e Federforeste, punta ad attualizzare il modello di gestione delle vecchie comunanze agrarie, puntando sui residenti e sui proprietari conduttori delle proprietà agro-silvo-pastorali, ritenendo indissolubile il legame tra gestione continua e presidio del territorio. Ciò anche al fine di evitare fenomeni di speculazione da parte di soggetti estranei, che tanto allarme hanno creato nei mesi scorsi tra le aziende marchigiane. “La partecipazione all’accordo delle Comunanze Agrarie testimonia che tali enti, se correttamente indirizzati e dotati degli adeguati strumenti operativi, possono divenire attori e autori di una nuova stagione del collettivismo nelle aree di montagna, creando nuove opportunità di lavoro- sottolinea il presidente di Coldiretti Marche, Tommaso Di Sante -. La montagna marchigiana non è abbandonata , necessita solo di adeguati stimoli e strumenti per rimettersi in moto, valorizzando quanto le precedenti generazioni hanno gestito per secoli e che ora, per debolezza del mercato, e poca attenzione della politica, rischia di sparire”. Un terzo delle Marche è oggi ricoperto da boschi, con la superficie forestale che cresce ancora attestandosi a quota 311mila ettari su 937mila totali, ma paradossalmente cala la produzione di legna, con il settore sempre più dipendente dall'estero, secondo un’analisi della Coldiretti sui dati del Terzo inventario nazionale, realizzato dal Corpo Forestale dello Stato, con le stime per il 2015. Nonostante la superficie sia raddoppiata rispetto a cinquant’anni fa, il potenziale economico dei nostri boschi rimane però ancora inespresso. E’ per questo che il consorzio sostenuto da Coldiretti e Federforeste può rappresentare un volano di sviluppo prezioso, anche in vista del prossimo Piano di sviluppo rurale, candidandosi anche come soggetto che gestendo ampie superfici può contribuire ad una forte azione di presidio e controllo del territorio contro incendi e dissesto idrogeologico.

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