8 Novembre 2014
COLDIRETTI MARCHE: 2014 NERO PER LE PRODUZIONI AGRICOLE, DA OLIO A FRUTTA

Crollo dei raccolti e dei consumi, boom dei costi di produzione. E’ stato un 2014 pessimo per l’agricoltura marchigiana, secondo il bilancio dell’annata stilato dalla Coldiretti regionale, in occasione della tradizionale Giornata del ringraziamento. A causa principalmente del maltempo e delle condizioni climatiche anomale, alcuni settori hanno fatto registrare numeri da minimo storico e anche laddove si sono verificati dei leggeri aumenti di produzione, in controtendenza con il dato nazionale, il prezzo da pagare per gli agricoltori è stato un aumento vertiginoso dei costi, rincarati di oltre un terzo proprio a causa della necessità di far fronte alle bizzarrie del meteo. La situazione peggiore viene dagli uliveti marchigiani, dove si stima un crollo del 40-50 per cento, con il raccolto che potrebbe scendere sotto i 20mila quintali, una delle peggiori campagne di sempre. Pessima annata anche per la frutta. Secondo un’analisi della Coldiretti, i problemi maggiori si sono registrati sul fronte delle pesche e delle nettarine, la principale produzione frutticola della nostra regione, con un raccolto complessivo di circa 150mila quintali all’anno. Nonostante la produzione si sia mantenuta sostanzialmente sui livelli del 2013, la crisi dei consumi determinata dalle basse temperature ha inciso profondamente sulle zone più vocate, a partire dalla Valdaso. I prezzi all’origine sono crollati di conseguenza, con cali fino al 30-40 per cento per pesche e susine, al di sotto della soglia di remunerazione, complici anche i rincari fino al 20-30 per cento delle spese a carico delle imprese agricole. Cali di produzione, seppur contenuti, hanno interessato altre varietà di frutta e verdura. Meloni, cocomeri e ortaggi come zucchine, pomodori, insalate hanno risentito delle basse temperature e, soprattutto, della pioggia. Sulle ciliegie, invece, hanno pesato le grandinate che hanno colpito a più riprese il territorio. L’azione del maltempo e del Cinipide, il parassita cinese che attacca il legno degli alberi, hanno causato il crolla la produzione di castagne, con un calo che arriva fino all’80 per cento del raccolto, dopo un 2013 che aveva già visto le quantità dimezzate. Segno positivo, invece, per il vino, in crescita di circa il 10 per cento, e per il grano, con il raccolto in aumento della stessa percentuale. Anche qui, però, pesa il boom dei costi di produzione (+30-40 per cento), che hanno abbassato la rimuneratività per gli agricoltori.

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