Non si ferma l’assedio dei lupi e cinghiali alle campagne pesaresi. Il conto dei danni continua a salire mentre la pubblica amministrazione sta rendendo sempre più difficile ottenere indennizzi, che peraltro non coprono che una parte delle perdite subite, oltre a giungere in ritardo di anni. Da qui la scelta della Coldiretti Pesaro Urbino di far autosospendere i suoi rappresentanti dagli Ambiti territoriali di caccia (Atc), gli enti che sovrintendono alla gestione della fauna selvatica. “In questi anni l’attività di prevenzione è stata insufficiente, se non inesistente, e il disastro che troviamo nelle campagne sta lì a testimoniarlo – spiega il presidente della Coldiretti provinciale, Tommaso Di Sante -. Le modalità di accertamenti dei danni e i tempi burocratici necessari per ottenerli sembrano fatti apposta per scoraggiare le aziende, tanto che sono ormai in molti a non presentare neppure le domande”. “Gli Ambiti territoriali si sono dimostrati sino ad oggi incapaci di mettere in campo una efficace opera di prevenzione del danno, così come la Provincia ha mancato completamente alle sue funzioni di controllo – aggiunge il direttore della Coldiretti provinciale, Paolo De Cesare -. Il risultato è la mancanza di un’efficiente selezione del numero dei selvatici, che ha penalizzato le aziende favorendo al contempo il sorgere di fenomeni criminali, come quello delle macellazioni e vendite clandestine della carne”. Allo stesso tempo, preoccupa la manxanza di risposte da parte della Regione Marche sul problema dei lupi. La proposta delibera presentata con un anno e mezzo di ritardo dalla Giunta regionale rischia di far salire ulteriormente la tensione tra gli allevatori, introducendo nuovi adempimenti burocratici per chi in realtà ha già presentato domanda di indennizzo e specificando che verrà comunque pagata solo per una parte del valore degli animali uccisi e unicamente nell’eventualità che ci siano soldi in bilancio.