27 Settembre 2013
COLDIRETTI MARCHE: RINVIO CACCIA AL CINGHIALE LUNEDI’ 30/9 IN GIUNTA, GRAVISSIMA SCELTA DELL’ASSESSORE GIORGI

La scelta politica dell’assessore regionale Paola Giorgi di ritardare l’avvio della caccia al cinghiale è un atto gravissimo e incomprensibile che contribuirà ad aggravare ulteriormente la tensione nelle campagne, dove i danni causati dagli animali selvatici si sono ormai fatti insostenibili. La denuncia viene dalla Coldiretti Marche in vista della riunione della Giunta regionale fissata per lunedì 30 settembre, con in calendario la discussione sul posticipo dell’avvio della stagione venatoria per quanto riguarda gli animali selvatici, inizialmente fissato per il 13 ottobre. Nel momento in cui la situazione sul territorio imporrebbe addirittura di anticipare l’avvio delle attività di riduzione del numero eccessivo di selvatici, la Regione sceglie di esaudire le richieste delle lobby dei cinghialai, senza neppure ascoltare gli agricoltori, come aveva invece esplicitamente assicurato qualche giorno fa l’assessore Giorgi. Per l’ennesima volta gli interessi di chi pratica un hobby prevalgono su quelli di chi fa impresa e, sottolinea Coldiretti, ci si augura alla base di tutto non ci sia il fatto la semplice volontà dei cinghialai di non perdere l’occasione di partecipare alla caccia ad altri tipi di specie, le cui date sarebbero oggi in parte concomitanti con quelle del cinghiale. Da qui l’appello della Coldiretti Marche al Governatore Spacca e all’assessore all’Agricoltura Malaspina, affinché intervengano per tutelare le attività produttive agricole, bloccando il posticipo della caccia al cinghiale e valutando, al contrario, l’opportunità di anticiparla. Gli attacchi ai campi coltivati sono costati lo scorso anno ben 2,4 milioni di euro di danni, più altri 600mila euro registrati nelle aree protette e nelle oasi. Il tutto al netto della perdita di quote di mercato, vista l’impossibilità di dare seguito ai contratti stipulati. Vanno poi considerati gli incidenti stradali. Nonostante l’ultimo regolamento regionale in materia abbia reso più difficile avere un indennizzo (peraltro pagato solo per il 50 per cento del danno), il bilancio parla di 1,5 milioni di euro. E questa somma non tiene conto degli schianti effettivamente provocati da animali selvatici ma ora non riconosciuti.

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