L’aumento dell’Iva avrà un effetto ulteriormente depressivo sui consumi alimentari, sia a livello diretto, perché i marchigiani spenderanno di meno, sia perché il rincaro della benzina avrà un effetto valanga sui prezzi delle merci trasportate, cibo compreso. A sostenerlo è la Coldiretti Marche, con il passaggio dell’aliquota dal 21 al 22 per cento che colpirà soprattutto le bevande, dal vino ai succhi di frutta, dalle bibite gassate ai superalcolici, dagli spumanti alla birra, fino all’acqua minerale, mentre sono esclusi la maggioranza dei prodotti di largo consumo come frutta, verdura, carne, latte e pasta. Nel 2012, sottolinea Coldiretti, le famiglie marchigiane hanno speso in media 1.200 euro in meno rispetto all’anno precedente e il 2013 vedrà peggiorare ulteriormente questo dato. Se si vuole ripartire, al contrario, il primo punto da affrontare è quello di non penalizzare ulteriormente i consumi riducendo ulteriormente il potere di acquisto, compromesso dalla crisi.