I danni causati dai cinghiali saranno pagati solo se ci saranno soldi nel bilancio ad essi riservato, altrimenti gli agricoltori dovranno arrangiarsi. E’ la modifica della legge in materia di risarcimenti che la Regione Marche intende varare, secondo quanto denuncia la Coldiretti Marche dopo l’audizione in III Commissione del Consiglio regionale. L’idea della Giunta è di introdurre una norma secondo la quale gli Ambiti territoriali di caccia, enti deputati dalla stessa Regione al pagamento dei danni, potranno evitare di risarcire le aziende colpite se in quella voce di bilancio non ci saranno risorse. Una novità che va a stravolgere, ovviamente in peggio, sia la legge in materia che lo stesso regolamento varato qualche mese fa. Da qui la richiesta di Coldiretti di ritirare il provvedimento. “La politica ammette il suo fallimento rispetto all’incapacità di porre un freno agli assalti degli animali selvatici ai terreni ma lo scarica interamente sugli agricoltori, lasciandosi di fatto piena libertà di non pagare i danni – accusa il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi -. L’ennesimo schiaffo alle aziende che non siamo disposti a subire passivamente, anche perché apre la strada ad azioni legali da parte delle imprese stesse”. In pratica, si ripete sui danni alle coltivazioni il “gioco” già sperimentato con successo per gli incidenti stradali, dove la spesa è stata drasticamente ridotta non attraverso la prevenzione ma rendendo semplicemente più difficile accedere ai risarcimenti da parte degli automobilisti. Gli attacchi di cinghiali ed altri animali selvatici ogni anno costano agli agricoltori ben 2,4 milioni di euro di danni, più altri 600mila euro registrati nelle aree protette e nelle oasi. Il tutto al netto della perdita di quote di mercato, vista l’impossibilità di dare seguito ai contratti stipulati. Vanno poi considerati i già citati incidenti stradali, con altri 1,5 milioni di euro.