17 Febbraio 2011
COLDIRETTI, A 5 OLIVICOLTORI MARCHIGIANI IL MARCHIO IOO% QUALITA’ ITALIANA

Sono cinque gli olivicoltori marchigiani che hanno ottenuto quest’anno il marchio IOO% Qualità italiana, che contraddistingue l’olio certificato e di alto pregio. A darne notizia è l’Aprol Marche, l’associazione dei produttori olivicoli della Coldiretti che da domani, venerdì 18 marzo, a domenica sarà presente al Vinolitech, il Salone delle macchine ed attrezzature per l’enologia e il settore oleario in programma alla Fiera di Ancona. Ad ottenere il marchio sono state le aziende Frantoio Federici di Belvedere Ostrense, Fratelli Mosci di San Marcello, Frantoio Fuselli e Guzzini di Recanati, Corradini Corrado di Mogliano e Oleificio Natali di Civitanova Marche. Altre quattro hanno, invece ottenuto il riconoscimento di tracciabilità Csqa: Giorgio Tonti di San Marcello, Coop Verdolio di Scac di Castignano e Colli Ripani di Ripatransone.  Il tema dell’extravergine di qualità sarà al centro di un incontro in programma sabato 19 febbraio alle ore 15, cui prenderà parte, tra gli altri, il direttore nazionale di Unaprol Ranieri Filo della Torre. Domani, venerdì 18 febbraio (ore 14.30), sarà invece protagonista il vino con il convegno su “dalla vigna al vino: novità e cambiamenti” promosso dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, con la partecipazione dell’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Paolo Petrini, e del direttore dell’Imt, Alberto Mazzoni. Un momento di confronto sulle nuove opportunità, anche per l’indicazione geografica tipica “Marche” che si presentano dopo i cambiamenti introdotti dalla Riforma del settore. L’obiettivo è rendere il vino marchigiano sempre più competitivo sui mercati nazionali ed esteri. I soli acquisti diretti in cantina da parte di consumatori e turisti, secondo un’analisi di Coldiretti-Agri2000, hanno superato i cinquanta milioni di euro. Senza dimenticare che per ogni grappolo d'uva raccolto si dà lavoro a 18 diversi settori, dall’industria vetraria e dei tappi a quella degli accessori, dai vivai ai trasporti, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (vinacce e raspi).

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